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Cos’è la Pressione Atmosferica?
E’ Il “ peso” esercitato dall’aria sull’unità di superficie, ad esempio su 1 cm² la colonna d'aria che che lo sovrasta in condizioni normali, al livello del mare, ha un peso che si aggira intorno a 1.033 g per cm² (1,033kg/ cm²).
( I corpi di tutti gli esseri viventi sono strutturati in modo tale da sopportare questa pressione)
Quale ruolo riveste sulle condizioni meteorologiche?
La pressione atmosferica ha un ruolo fondamentale nelle vicende meteorologiche poichè i fenomeni più importanti traggono la loro origine dalla variazione nello spazio e nel tempo di tale fattore. In particolare, la differenza di pressione fra aree geografiche diverse determina lo spostamento delle masse d'aria che a seconda che siano secche o umide determinano le condizioni del tempo.
Con quale unità di misura si esprime la pressione atmosferica?
L’unità di misura è l’EttoPascal (hPa) che in condizioni normali alle medie latitudini, a livello del mare e alla temperatura di 15°C assume il valore di 1013hPa. Al di sotto o al di sopra di tale valore si parla di bassa o alta pressione.
Lo strumento utilizzato per misurarla è il barometro.
Come varia la pressione atmosferica?
La pressione diminuisce con l’altitudine ( minore è la colonna d’aria che ci sovrasta), oppure diminuisce quando sale la temperatura. Infatti l'aria si dilata e aumentando di volume diventa meno densa e quindi più leggera.. Viceversa, quando la temperatura scende si avranno degli aumenti di pressione.
Anche l'umidità gioca un ruolo importante nelle variazioni di pressione. Infatti, se nell'aria è presente vapore acqueo, significa che esso ha sostituito altri elementi più pesanti come azoto o ossigeno. Da ciò deriva che più l'aria è umida, più è leggera e di conseguenza esercita una minore pressione.
Cos’è l’umidità dell’aria?
La quantità di vapore acqueo presente nell'atmosfera determina il grado di umidità dell'aria. Al pari della temperatura, l'umidità dell'aria varia da luogo a luogo e da un istante all'altro; ciò dipende dalla diversa intensità con la quale si manifestano i processi fisici preposti alla ridistribuzione nell'atmosfera del vapore acqueo liberato dalla superficie.
I fenomeni tipici del tempo come le nubi, la nebbia, le precipitazioni, non possono aver luogo senza la presenza del vapore acqueo
Quali sono le fonti di vapore acqueo?
Le sorgenti principali del vapore acqueo sono le grandi distese di acqua dolce o salata e la traspirazione degli esseri viventi. L'intensità dell'evaporazione dipende dalla quantità di radiazione solare incidente sulla superficie terrestre. Infatti il Sole fornisce l'energia necessaria per far passare l'acqua dallo stato liquido a quello gassoso. I moti turbolenti e le correnti verticali si incaricano poi di diffondere il vapore acqueo liberato dalla superficie verso gli strati atmosferici superiori.
Cos'é l'umidità relativa?
Col termine umidità relativa s’intende il rapporto fra la quantità d’acqua presente nell’aria e la
massima quantità d’acqua che l’aria potrebbe assorbire a quella temperatura, prima che l’acqua
stessa si condensi in piccolissime gocce, creando ciò che chiamiamo nebbia. Questa situazione è detta tecnicamente punto di saturazione o punto di rugiada.
Diminuendo la temperatura diminuisce anche la quantità di vapore acqueo che essa può contenere di conseguenza il vapore acqueo condensa in minutissime goccioline. (vedi domanda successiva).
E’ Il “ peso” esercitato dall’aria sull’unità di superficie, ad esempio su 1 cm² la colonna d'aria che che lo sovrasta in condizioni normali, al livello del mare, ha un peso che si aggira intorno a 1.033 g per cm² (1,033kg/ cm²).
( I corpi di tutti gli esseri viventi sono strutturati in modo tale da sopportare questa pressione)
Quale ruolo riveste sulle condizioni meteorologiche?
La pressione atmosferica ha un ruolo fondamentale nelle vicende meteorologiche poichè i fenomeni più importanti traggono la loro origine dalla variazione nello spazio e nel tempo di tale fattore. In particolare, la differenza di pressione fra aree geografiche diverse determina lo spostamento delle masse d'aria che a seconda che siano secche o umide determinano le condizioni del tempo.
Con quale unità di misura si esprime la pressione atmosferica?
L’unità di misura è l’EttoPascal (hPa) che in condizioni normali alle medie latitudini, a livello del mare e alla temperatura di 15°C assume il valore di 1013hPa. Al di sotto o al di sopra di tale valore si parla di bassa o alta pressione.
Lo strumento utilizzato per misurarla è il barometro.
Come varia la pressione atmosferica?
La pressione diminuisce con l’altitudine ( minore è la colonna d’aria che ci sovrasta), oppure diminuisce quando sale la temperatura. Infatti l'aria si dilata e aumentando di volume diventa meno densa e quindi più leggera.. Viceversa, quando la temperatura scende si avranno degli aumenti di pressione.
Anche l'umidità gioca un ruolo importante nelle variazioni di pressione. Infatti, se nell'aria è presente vapore acqueo, significa che esso ha sostituito altri elementi più pesanti come azoto o ossigeno. Da ciò deriva che più l'aria è umida, più è leggera e di conseguenza esercita una minore pressione.
Cos’è l’umidità dell’aria?
La quantità di vapore acqueo presente nell'atmosfera determina il grado di umidità dell'aria. Al pari della temperatura, l'umidità dell'aria varia da luogo a luogo e da un istante all'altro; ciò dipende dalla diversa intensità con la quale si manifestano i processi fisici preposti alla ridistribuzione nell'atmosfera del vapore acqueo liberato dalla superficie.
I fenomeni tipici del tempo come le nubi, la nebbia, le precipitazioni, non possono aver luogo senza la presenza del vapore acqueo
Quali sono le fonti di vapore acqueo?
Le sorgenti principali del vapore acqueo sono le grandi distese di acqua dolce o salata e la traspirazione degli esseri viventi. L'intensità dell'evaporazione dipende dalla quantità di radiazione solare incidente sulla superficie terrestre. Infatti il Sole fornisce l'energia necessaria per far passare l'acqua dallo stato liquido a quello gassoso. I moti turbolenti e le correnti verticali si incaricano poi di diffondere il vapore acqueo liberato dalla superficie verso gli strati atmosferici superiori.
Cos'é l'umidità relativa?
Col termine umidità relativa s’intende il rapporto fra la quantità d’acqua presente nell’aria e la
massima quantità d’acqua che l’aria potrebbe assorbire a quella temperatura, prima che l’acqua
stessa si condensi in piccolissime gocce, creando ciò che chiamiamo nebbia. Questa situazione è detta tecnicamente punto di saturazione o punto di rugiada.
Diminuendo la temperatura diminuisce anche la quantità di vapore acqueo che essa può contenere di conseguenza il vapore acqueo condensa in minutissime goccioline. (vedi domanda successiva).
Quando si ha la condensazione?
Una massa di aria non può
contenere vapore acqueo in quantità illimitata. Per una data temperatura esiste
una quantità massima di vapore che può essere contenuta in un chilogrammo di
aria (al suolo un chilogrammo di aria corrisponde ad un volume d'aria di circa 0,8 m³). Più è elevata la
temperatura, maggiore è la quantità massima di vapore acqueo che l'aria può
contenere. Quando questo limite viene raggiunto si ha la saturazione. Un
ulteriore apporto di vapore acqueo o una diminuzione della temperatura
determina la condensazione del vapore acqueo eccedente, fenomeno che si
manifesta sotto forma di piccolissime goccioline delle quali sono costituite le
nubi, la nebbia,la rugiada, la foschia o le altre idrometeore.
Com’è costituita una nube?
Le nubi sono costituite da minuscole gocce d'acqua o da cristalli di ghiaccio dalla dimensione variabile che va da 1 a 100 micron.
La formazione delle nubi è dovuta alla condensazione del vapor acqueo ( passaggio di stato da Vapore a Goccioline liquide) contenuto in una massa di aria quando, raffreddandosi per sollevamento, la sua temperatura raggiunge quella di rugiada altrimenti detta di saturazione.
Come avviene la condensazione del vapore acqueo?
La formazione delle goccioline non sarebbe comunque possibile senza la presenza di quei microscopici corpuscoli, aventi una dimensione variabile compresa fra il decimillesimo e il millesimo di millimetro, in sospensione nell’atmosfera che prendono il nome di nuclei di condensazione. I nuclei di condensazione sono composti il più delle volte da polline, da granuli di pulviscolo, da particelle di cloruro di sodio, che permettono alle goccioline di agglomerarsi attorno ad essi ed avere sin dall’inizio dimensioni abbastanza grandi per non evaporare immediatamente.
Le goccioline di acqua o i cristalli di ghiaccio hanno una concentrazione pari a circa 1.000 per cm³ e sono tenuti in sospensione dalle correnti ascensionali presenti all’interno della nube. Le goccioline di acqua rimangono all’interno della nube fin quando a causa del loro peso, aumentato per coalescenza, riescono a vincere la forza delle correnti ascensionali, che le tengono in sospensione, e precipitano verso terra sotto forma di pioggia o di grandine..
Previsioni meteorologiche.
www.ilmeteo.it
Paragraph. Fai clic qui per effettuare modifiche.Le previsioni del tempo che
ascoltiamo in TV o che leggiamo sui quotidiani, riportano molto spesso
descrizioni della posizione delle perturbazioni, delle alte e delle basse
pressioni, magari corredate da mappe che a prima vista possono apparire
indecifrabili, ma che invece con pochi trucchi possono essere lette facilmente.
Partiamo allora dal capire che cosa sia la pressione per arrivare a comprendere
il perché risulti importante ai fini di una previsione del tempo.
L'aria che respiriamo è
formata da gas di natura differente, a partire dall'azoto e dall'ossigeno,
presenti in gran quantità, fino ad arrivare ad anidride carbonica, argon, elio,
ozono e tanti altri ancora. La concentrazione di tutti questi gas cambia molto
poco con il passare del tempo; c'è però un gas, il vapore acqueo, che è
distribuito in maniera estremamente irregolare. È proprio questa variabilità a
far sì che il cielo in pochi giorni possa passare da sereno a nuvoloso.
Questo miscuglio di gas forma l'atmosfera nella quale siamo immersi, atmosfera che è spessa molte decine di chilometri e che quindi a causa della forza di gravità “preme” sulla superficie terrestre con un certo peso.
La pressione atmosferica non è altro che una misura del peso di tutta l'aria che si trova sopra la nostra testa; in particolare la pressione atmosferica, come è definita in meteorologia, indica il peso della colonna d'aria che sovrasta una superficie di 1 metro quadrato. Ecco che quindi si può cominciare a capire cosa significhino quei numeri che si leggono sulle mappe della pressione atmosferica. Ad esempio se in una carta del tempo vediamo che in un punto viene indicata una pressione di 1000 hPa, significa che in quell'esatto punto geografico una colonna d'aria che sovrasta una superficie di un metro quadrato ha una massa di 10.000 kg.
Sempre da una carta del tempo si può capire la distribuzione della pressione attraverso l'andamento delle “isobare”, ossia di quelle linee che uniscono tutti i punti a uguale pressione atmosferica, grazie alle quali è anche possibile individuare i centri di alta e bassa pressione. Tornando all'esempio precedente, se leggendo una mappa vediamo un’isobara sulla quale è indicato il numero “1000”, allora su tutti i punti del territorio attraversati da quella linea la pressione atmosferica sarà pari a 1000 hPa.
Viene però da chiedersi perché il peso dell'aria vari così tanto da una zona all'altra della Terra se i gas in essa contenuti abbiano sempre più o meno la stessa concentrazione. Dobbiamo fare allora alcune precisazioni:
innanzitutto le variazioni di pressione sono sempre abbastanza contenute: sull'Italia, ad esempio, si può andare in casi estremi da un valore minimo di 980 hPa a un massimo di 1045 hPa, con una variazione percentuale massima del 6-7%;
come abbiamo accennato in precedenza il vapore acqueo è distribuito in maniera eterogenea e influisce anch'esso sulla pressione; in particolare più l'aria è umida più è leggera, al contrario di quello che si potrebbe pensare. Difatti in qualche modo le particelle di vapore acqueo vanno a sostituire quelle della miscela di altri gas che compongono l'atmosfera, miscela che in generale è più pesante del vapore acqueo.
Insomma, una volta che si conosce come sono disposte le alte e le basse pressioni si possono capire molte cose: per esempio, ricordandosi che nell'Emisfero Nord il vento ruota in senso orario attorno alle alte pressioni e in senso antiorario intorno alle basse pressioni e che isobare molto vicine tra loro portano a un vento in media più forte, in qualche modo leggendo le mappe del tempo si può valutare anche quanto il vento sia teso e da quale direzione provenga.
In definitiva una carta con la distribuzione della pressione atmosferica sul territorio europeo ci può fornire una gran quantità di informazioni, di dati, che tuttavia non sono sufficienti a elaborare una previsione meteorologica attendibile. Difatti non si può dire, in generale, che l'alta pressione porta il bel tempo o la bassa pressione il brutto tempo: un esempio evidente in tal senso lo abbiamo in inverno, quando con l'alta pressione possiamo avere anche cieli grigi e nebbie, oltre a un freddo più accentuato.
Inoltre l'Italia, a causa del suo territorio particolarmente vario, costellato di catene montuose, di pianure o altipiani incastonati tra le montagne, e per la presenza di un mare chiuso particolarmente caldo, è un territorio davvero complesso da descrivere con una semplice mappa di pressione atmosferica. Un meteorologo che voglia elaborare una qualsiasi previsione del tempo sull’Italia non potrà affidarsi solamente a una mappa che descrive l'andamento della pressione al suolo, ma avrà bisogno di numerosi altri parametri che caratterizzano le proprietà termodinamiche delle massa d'
Questo miscuglio di gas forma l'atmosfera nella quale siamo immersi, atmosfera che è spessa molte decine di chilometri e che quindi a causa della forza di gravità “preme” sulla superficie terrestre con un certo peso.
La pressione atmosferica non è altro che una misura del peso di tutta l'aria che si trova sopra la nostra testa; in particolare la pressione atmosferica, come è definita in meteorologia, indica il peso della colonna d'aria che sovrasta una superficie di 1 metro quadrato. Ecco che quindi si può cominciare a capire cosa significhino quei numeri che si leggono sulle mappe della pressione atmosferica. Ad esempio se in una carta del tempo vediamo che in un punto viene indicata una pressione di 1000 hPa, significa che in quell'esatto punto geografico una colonna d'aria che sovrasta una superficie di un metro quadrato ha una massa di 10.000 kg.
Sempre da una carta del tempo si può capire la distribuzione della pressione attraverso l'andamento delle “isobare”, ossia di quelle linee che uniscono tutti i punti a uguale pressione atmosferica, grazie alle quali è anche possibile individuare i centri di alta e bassa pressione. Tornando all'esempio precedente, se leggendo una mappa vediamo un’isobara sulla quale è indicato il numero “1000”, allora su tutti i punti del territorio attraversati da quella linea la pressione atmosferica sarà pari a 1000 hPa.
Viene però da chiedersi perché il peso dell'aria vari così tanto da una zona all'altra della Terra se i gas in essa contenuti abbiano sempre più o meno la stessa concentrazione. Dobbiamo fare allora alcune precisazioni:
innanzitutto le variazioni di pressione sono sempre abbastanza contenute: sull'Italia, ad esempio, si può andare in casi estremi da un valore minimo di 980 hPa a un massimo di 1045 hPa, con una variazione percentuale massima del 6-7%;
come abbiamo accennato in precedenza il vapore acqueo è distribuito in maniera eterogenea e influisce anch'esso sulla pressione; in particolare più l'aria è umida più è leggera, al contrario di quello che si potrebbe pensare. Difatti in qualche modo le particelle di vapore acqueo vanno a sostituire quelle della miscela di altri gas che compongono l'atmosfera, miscela che in generale è più pesante del vapore acqueo.
Insomma, una volta che si conosce come sono disposte le alte e le basse pressioni si possono capire molte cose: per esempio, ricordandosi che nell'Emisfero Nord il vento ruota in senso orario attorno alle alte pressioni e in senso antiorario intorno alle basse pressioni e che isobare molto vicine tra loro portano a un vento in media più forte, in qualche modo leggendo le mappe del tempo si può valutare anche quanto il vento sia teso e da quale direzione provenga.
In definitiva una carta con la distribuzione della pressione atmosferica sul territorio europeo ci può fornire una gran quantità di informazioni, di dati, che tuttavia non sono sufficienti a elaborare una previsione meteorologica attendibile. Difatti non si può dire, in generale, che l'alta pressione porta il bel tempo o la bassa pressione il brutto tempo: un esempio evidente in tal senso lo abbiamo in inverno, quando con l'alta pressione possiamo avere anche cieli grigi e nebbie, oltre a un freddo più accentuato.
Inoltre l'Italia, a causa del suo territorio particolarmente vario, costellato di catene montuose, di pianure o altipiani incastonati tra le montagne, e per la presenza di un mare chiuso particolarmente caldo, è un territorio davvero complesso da descrivere con una semplice mappa di pressione atmosferica. Un meteorologo che voglia elaborare una qualsiasi previsione del tempo sull’Italia non potrà affidarsi solamente a una mappa che descrive l'andamento della pressione al suolo, ma avrà bisogno di numerosi altri parametri che caratterizzano le proprietà termodinamiche delle massa d'
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Cosè la neve?
La neve è una forma di precipitazione atmosferica nella forma di acqua ghiacciata cristallina che solitamente si origina per contrasto termico: cioè doppio scorrimento di aria più temperata sopra uno strato di aria fredda.
Come è costituita?
La neve consiste in una moltitudine di minuscoli cristalli di ghiaccio tutti aventi di base una simmetria esagonale , ma ognuno di tipo diverso e spesso aggregati tra loro in maniera casuale a formare fiocchi di neve. Ha una struttura aperta ed è quindi soffice, a meno che non sia pigiata dalla pressione.
Ad esempio nell’eccezionale navicata 2012 a fronte di di 110 cm di neve soffice caduta questa nei giorni successivi si è ridotta per compressione a 60-70 cm circa.
A quanta neve corrisponde 1 mm di pioggia?
1 mm di pioggia corrisponde circa a 10 mm di neve fresca
Come si forma la neve?
La neve si forma nell'alta atmosfera, quando il vapore acqueo, a temperatura inferiore a 0 °C brina attorno ai cosiddetti germi cristallini passando dallo stato gassoso a quello solido formando cristalli di ghiaccio i quali cominciano a cadere verso il suolo quando il loro peso supera la spinta contraria di galleggiamento nell'aria e raggiungono il terreno senza fondersi. Questo accade quando la temperatura al suolo è in genere minore di 2 °C (in condizioni di umidità bassa è possibile avere fiocchi al suolo anche a temperature lievemente superiori) e negli strati intermedi non esistono temperature superiori a 0 °C dove la neve può fondere e diventare acquaneve o pioggia.
Dove nevica più frequentemente?
Le nevicate possono variare in durata e posizione geografica, in funzione di alcuni fattori come la latitudine, l'altitudine, l'orografia ( le montagne) ed altri che condizionano il tempo meteorologico in generale.
Di solito le nevicate a bassa quota sono rare nelle regioni al di sotto dei 35° di latitudine ( zone tropicali ed equatoriali) ) e sulle coste occidentali dei grandi continenti quando caratterizzati da climi più miti perché più esposte a venti e correnti marine più temperati.
Alcune cime montuose hanno una copertura perenne di neve, come quelle Himalayane al di sopra dei 5.000 metri, quelle alpine dai 3.000 metri in su e il monte Kilimangiaro in Tanzania, pur essendo molto vicino all'Equatore.
Perché le nevicate si concentrano alle medie latitudini?
Sembrerebbe strano a dirsi, ma le precipitazioni nevose divengono più abbondanti quando la temperatura dell'aria è più alta ( ma sempre sotto lo zero ), perché con temperature elevate la quantità d'acqua che una certa quantità d'aria può immagazzinare è maggiore (vedi - le nuvole/umidità relativa).
Se osservate i dati relativi alla quantità di neve caduta nelle zone interessate, noterete che le precipitazioni più abbondanti o più violente sono quelle che si verificano alla fine della stagione fredda e all'inizio della primavera, quando appunto le temperature sono più alte. Per lo stesso motivo, a scala globale, vedrete che le precipitazioni nevose sono più abbondanti alle medie latitudini piuttosto che ai poli.
A temperature molto al di sotto dello zero ( es. -10°C ), i cristalli e quindi i fiocchi di neve divengono più piccoli, polverosi e meno compatti ma più apprezzati dagli sciatori.
Perché al polo nevica poco?
Invece molte zone polari hanno precipitazioni molto scarse e quindi relativamente poca neve, nonostante il clima gelido a causa della diminuzione dell’umidità assoluta della’aria che contiene poco vapore acqueo.
Perché talvolta a Forlì fa tanta neve?
Forlì si trova circa a 44° di latitudine Nord lontano dall’Oceano ma esposta a correnti fredde provenienti da est che in talune occasioni ( ogni 20- 30 anni) sono particolarmente intense e prolungate nel tempo .
Se questi correnti vengono a contatto con aria umida richiamata da un vortice di bassa pressione ciç può determinare appunto precipitazione nevose o piogge se la temperatura è maggiore di 1- 2C°.
Quale spessore può raggiungere?
La neve può facilmente accumularsi al suolo se le temperature sono sufficientemente basse (non più di 1° C) e/o se la nevicata è particolarmente abbondante: tipicamente come riferimento si ha che un millimetro di acqua fusa corrisponde ad un centimetro di neve fresca subito dopo la nevicata (leggermente meno se la neve è secca e a fiocchi piccoli), con il manto nevoso che tende poi ad assestarsi sotto il proprio peso e l'eventuale fusione. Lo spessore del manto può raggiungere anche diversi metri come accade nelle zone più nevose al mondo e con accumuli duraturi per tutto l'inverno in montagna.
Perché quando il suolo è ricoperto di neve le gelate sono più forti?
La neve al suolo crea inoltre il cosiddetto effetto albedo ovvero riflette in massima parte la radiazione solare incidente contrastandone così l'assorbimento da parte del terreno; questo fatto unito al calore di fusione assorbito dalla neve durante l'eventuale fusione favorisce un riscaldamento termico minore dello strato atmosferico a contatto con essa col risultato che zone coperte di neve si riscaldano molto meno e si raffreddano molto più velocemente di zone non coperte da essa. E' il presupposto che favorisce estese ed intense gelate notturne tali da produrre a volte estremi record negativi. Tale effetto oltre che a scala meteorologica è alla base anche di alcuni meccanismi di retroazione in campo climatico (feedback ghiacci-albedo-ghiacci).
Quali funzioni biologiche ha la neve sul suolo?
La neve accumulata al suolo ha l'importante funzione biologica di proteggere il terreno sottostante dalle gelate, mentre sul fronte idrologico la sua lenta fusione consente una maggiore infiltrazione dell'acqua nel terreno permettendone l'accumulo in falde acquifere e riserve idriche, diversamente dalle precipitazioni liquide che, se troppo intense e durature, riversano al suolo ingenti quantitativi d'acqua che il terreno non è in grado di assorbire e che dunque fluiscono direttamente in fiumi e laghi. Ne consegue dunque che la neve riduce drasticamente anche il rischio idrogeologico su un dato territorio in corrispondenza di eventi precipitativi intensi.
Quali altri effetti positivi ha?
Tra gli aspetti positivi che la neve offre, come dicevamo all'inizio, per l'uomo c'è senza dubbio la possibilità di osservare un bel paesaggio o la possibilità di svolgere attività sportive come lo sci, il bob, slittino o altri divertimenti ma ce ne sono altri veramente importanti che in un certo senso ci consentono di vivere.
La neve che si accumula sulle montagne ad esempio rappresenta una delle maggiori riserve d'acqua potabile sia per l'uomo che per gli animali.
Molto importante è anche la funzione che svolge nel proteggere dal gelo le specie vegetali in genere ( indispensabili per alimentare gli animali selvatici ) e in particolare delle colture come il grano, tuberi e radici fondamentali per l'uomo.
La neve infatti, essendo ricca d'aria al suo interno, è considerata un materiale isolante perché pessimo conduttore di calore; in un esperimento si è visto che in un ambiente con aria a 8° sotto lo zero, la temperatura rilevata sotto uno strato di soli 40 cm di neve, è di circa zero gradi ( cioè 8 gradi più alta ! ).
Quali sono gli effetti negativi della neve?
Tra gli aspetti negativi che una precipitazione nevosa può dare, possiamo ricordare i disagi e i pericoli che essa provoca alla circolazione sia delle persone che dei mezzi di trasporto sulle strade. Inoltre pensiamo al pericolo sulle montagne per il verificarsi di valanghe, slavine, bufere di neve.
L'uomo dal canto suo fa quel che può, pensate ad esempio alle abitazioni. Tutte le case costruite in montagna hanno i tetti spioventi, proprio per fare in modo che la neve non si accumuli su di essi rischiando di sfondarli.
Si calcola che la neve abbia un peso che va dagli 80 ai 150 Kg al metro cubo se è fresca, ma può arrivare a 700 Kg al metro cubo se acquosa. Quando si costruiscono i tetti, si calcola che essi debbano sopportare almeno 100 Kg al metro quadro.
La neve acquosa può rompere rami o sradicare alberi sempreverdi ( vedi i pini domestici situati ai lati delle strade), oppure può creare gravi danni alle linee dell’alta tensoione con conseguente black-out
Cosè la neve?
La neve è una forma di precipitazione atmosferica nella forma di acqua ghiacciata cristallina che solitamente si origina per contrasto termico: cioè doppio scorrimento di aria più temperata sopra uno strato di aria fredda.
Come è costituita?
La neve consiste in una moltitudine di minuscoli cristalli di ghiaccio tutti aventi di base una simmetria esagonale , ma ognuno di tipo diverso e spesso aggregati tra loro in maniera casuale a formare fiocchi di neve. Ha una struttura aperta ed è quindi soffice, a meno che non sia pigiata dalla pressione.
Ad esempio nell’eccezionale navicata 2012 a fronte di di 110 cm di neve soffice caduta questa nei giorni successivi si è ridotta per compressione a 60-70 cm circa.
A quanta neve corrisponde 1 mm di pioggia?
1 mm di pioggia corrisponde circa a 10 mm di neve fresca
Come si forma la neve?
La neve si forma nell'alta atmosfera, quando il vapore acqueo, a temperatura inferiore a 0 °C brina attorno ai cosiddetti germi cristallini passando dallo stato gassoso a quello solido formando cristalli di ghiaccio i quali cominciano a cadere verso il suolo quando il loro peso supera la spinta contraria di galleggiamento nell'aria e raggiungono il terreno senza fondersi. Questo accade quando la temperatura al suolo è in genere minore di 2 °C (in condizioni di umidità bassa è possibile avere fiocchi al suolo anche a temperature lievemente superiori) e negli strati intermedi non esistono temperature superiori a 0 °C dove la neve può fondere e diventare acquaneve o pioggia.
Dove nevica più frequentemente?
Le nevicate possono variare in durata e posizione geografica, in funzione di alcuni fattori come la latitudine, l'altitudine, l'orografia ( le montagne) ed altri che condizionano il tempo meteorologico in generale.
Di solito le nevicate a bassa quota sono rare nelle regioni al di sotto dei 35° di latitudine ( zone tropicali ed equatoriali) ) e sulle coste occidentali dei grandi continenti quando caratterizzati da climi più miti perché più esposte a venti e correnti marine più temperati.
Alcune cime montuose hanno una copertura perenne di neve, come quelle Himalayane al di sopra dei 5.000 metri, quelle alpine dai 3.000 metri in su e il monte Kilimangiaro in Tanzania, pur essendo molto vicino all'Equatore.
Perché le nevicate si concentrano alle medie latitudini?
Sembrerebbe strano a dirsi, ma le precipitazioni nevose divengono più abbondanti quando la temperatura dell'aria è più alta ( ma sempre sotto lo zero ), perché con temperature elevate la quantità d'acqua che una certa quantità d'aria può immagazzinare è maggiore (vedi - le nuvole/umidità relativa).
Se osservate i dati relativi alla quantità di neve caduta nelle zone interessate, noterete che le precipitazioni più abbondanti o più violente sono quelle che si verificano alla fine della stagione fredda e all'inizio della primavera, quando appunto le temperature sono più alte. Per lo stesso motivo, a scala globale, vedrete che le precipitazioni nevose sono più abbondanti alle medie latitudini piuttosto che ai poli.
A temperature molto al di sotto dello zero ( es. -10°C ), i cristalli e quindi i fiocchi di neve divengono più piccoli, polverosi e meno compatti ma più apprezzati dagli sciatori.
Perché al polo nevica poco?
Invece molte zone polari hanno precipitazioni molto scarse e quindi relativamente poca neve, nonostante il clima gelido a causa della diminuzione dell’umidità assoluta della’aria che contiene poco vapore acqueo.
Perché talvolta a Forlì fa tanta neve?
Forlì si trova circa a 44° di latitudine Nord lontano dall’Oceano ma esposta a correnti fredde provenienti da est che in talune occasioni ( ogni 20- 30 anni) sono particolarmente intense e prolungate nel tempo .
Se questi correnti vengono a contatto con aria umida richiamata da un vortice di bassa pressione ciç può determinare appunto precipitazione nevose o piogge se la temperatura è maggiore di 1- 2C°.
Quale spessore può raggiungere?
La neve può facilmente accumularsi al suolo se le temperature sono sufficientemente basse (non più di 1° C) e/o se la nevicata è particolarmente abbondante: tipicamente come riferimento si ha che un millimetro di acqua fusa corrisponde ad un centimetro di neve fresca subito dopo la nevicata (leggermente meno se la neve è secca e a fiocchi piccoli), con il manto nevoso che tende poi ad assestarsi sotto il proprio peso e l'eventuale fusione. Lo spessore del manto può raggiungere anche diversi metri come accade nelle zone più nevose al mondo e con accumuli duraturi per tutto l'inverno in montagna.
Perché quando il suolo è ricoperto di neve le gelate sono più forti?
La neve al suolo crea inoltre il cosiddetto effetto albedo ovvero riflette in massima parte la radiazione solare incidente contrastandone così l'assorbimento da parte del terreno; questo fatto unito al calore di fusione assorbito dalla neve durante l'eventuale fusione favorisce un riscaldamento termico minore dello strato atmosferico a contatto con essa col risultato che zone coperte di neve si riscaldano molto meno e si raffreddano molto più velocemente di zone non coperte da essa. E' il presupposto che favorisce estese ed intense gelate notturne tali da produrre a volte estremi record negativi. Tale effetto oltre che a scala meteorologica è alla base anche di alcuni meccanismi di retroazione in campo climatico (feedback ghiacci-albedo-ghiacci).
Quali funzioni biologiche ha la neve sul suolo?
La neve accumulata al suolo ha l'importante funzione biologica di proteggere il terreno sottostante dalle gelate, mentre sul fronte idrologico la sua lenta fusione consente una maggiore infiltrazione dell'acqua nel terreno permettendone l'accumulo in falde acquifere e riserve idriche, diversamente dalle precipitazioni liquide che, se troppo intense e durature, riversano al suolo ingenti quantitativi d'acqua che il terreno non è in grado di assorbire e che dunque fluiscono direttamente in fiumi e laghi. Ne consegue dunque che la neve riduce drasticamente anche il rischio idrogeologico su un dato territorio in corrispondenza di eventi precipitativi intensi.
Quali altri effetti positivi ha?
Tra gli aspetti positivi che la neve offre, come dicevamo all'inizio, per l'uomo c'è senza dubbio la possibilità di osservare un bel paesaggio o la possibilità di svolgere attività sportive come lo sci, il bob, slittino o altri divertimenti ma ce ne sono altri veramente importanti che in un certo senso ci consentono di vivere.
La neve che si accumula sulle montagne ad esempio rappresenta una delle maggiori riserve d'acqua potabile sia per l'uomo che per gli animali.
Molto importante è anche la funzione che svolge nel proteggere dal gelo le specie vegetali in genere ( indispensabili per alimentare gli animali selvatici ) e in particolare delle colture come il grano, tuberi e radici fondamentali per l'uomo.
La neve infatti, essendo ricca d'aria al suo interno, è considerata un materiale isolante perché pessimo conduttore di calore; in un esperimento si è visto che in un ambiente con aria a 8° sotto lo zero, la temperatura rilevata sotto uno strato di soli 40 cm di neve, è di circa zero gradi ( cioè 8 gradi più alta ! ).
Quali sono gli effetti negativi della neve?
Tra gli aspetti negativi che una precipitazione nevosa può dare, possiamo ricordare i disagi e i pericoli che essa provoca alla circolazione sia delle persone che dei mezzi di trasporto sulle strade. Inoltre pensiamo al pericolo sulle montagne per il verificarsi di valanghe, slavine, bufere di neve.
L'uomo dal canto suo fa quel che può, pensate ad esempio alle abitazioni. Tutte le case costruite in montagna hanno i tetti spioventi, proprio per fare in modo che la neve non si accumuli su di essi rischiando di sfondarli.
Si calcola che la neve abbia un peso che va dagli 80 ai 150 Kg al metro cubo se è fresca, ma può arrivare a 700 Kg al metro cubo se acquosa. Quando si costruiscono i tetti, si calcola che essi debbano sopportare almeno 100 Kg al metro quadro.
La neve acquosa può rompere rami o sradicare alberi sempreverdi ( vedi i pini domestici situati ai lati delle strade), oppure può creare gravi danni alle linee dell’alta tensoione con conseguente black-out